domenica 31 maggio 2015

GRANDI DOMANDE

Ragioniamo insieme


1) Perché tanti fanno di tutto per non pagare le tasse?
Articolo 53 della Costituzione
Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva.
Il sistema tributario è informato a criteri di progressività.

2) Perché nel mondo ci sono paesi ricchi e paesi poveri?
USA: 50.000 $ PIL pro capite
Italia: 29.000  PIL pro capite
Burundi, Burkina Faso: 600  PIL pro capite
Burkina Faso: PIL pro capite 700 $ ; Italia


3) Come affrontare la tragedia dei migranti che dall’Africa vengono verso l’Europa?



4) Perché si comincia a fumare pur sapendo che il fumo crea grandi malattie come il cancro?

5) Quando vediamo un drogato, siamo molto colpiti. Perché alcuni cominciano a drogarsi, anche se tutti sappiamo che è una strada spesso senza ritorno?

6) Perché in gruppo i ragazzi fanno cose che da soli non farebbero mai?

 

venerdì 29 maggio 2015

NOI ALL'EXPO'



Recensione
 
di Rehman 
     Dopo tanto parlare e leggere, sia sui giornali che in televisione, EXPO 2015 ha aperto e io ed i miei compagni,  grazie alla nostra professoressa di italiano che ci ha procurato i biglietti per le scuole, già nei primi giorni dopo la sua apertura siamo riusciti ad andare a visitare questa fiera  importantissima.
     EXPO 2015 ha per tema “Nutrire il pianeta, energia per la vita” infatti i pochi padiglioni che siamo riusciti a visitare (sarebbe stato necessario molto più tempo a disposizione) mostravano, in cassetti trasparenti o in cartelloni digitali, semi, spezie, frutta secca, verdure e frutti vari a dimostrazione dei diversi prodotti coltivati nel mondo.
   I padiglioni che siamo riusciti a visitare meglio sono:
-      Brasile,  dove la cosa più particolare è una rete messa sulle coltivazioni, su cui si può camminare, che rappresenta una difesa della terra dagli uomini che la calpestano;
-      Colombia, dove un video illustra la nascita della terra e l’importanza della natura colombiana per il mondo;
-      Kuwait, dove l’acqua è rappresentata come la chiave per la sopravvivenza di questo paese desertico;
-      Padiglione zero, dove è notevole una enorme cassettiera fatta in legno ed il tavolo, sempre in legno, che rappresenta la Pangea;
   Abbiamo naturalmente visto anche il famoso “Albero della vita” che è molto alto in acciaio e legno, con effetti speciali che fanno aprire e chiudere dei petali di vari colori.
   Il padiglione che mi è piaciuto di più, di quelli che abbiamo visitato, è stato quello del Kuwait
per la forte esperienza di essere sotto ad un temporale virtuale che mi ha fatto capire quanto questo popolo ami l’acqua., anche il bazar ci ha mostrato gli usi di questo popolo.
   Oltre ai padiglioni anche tutto l’insieme di questa mostra è molto piacevole, i viali sono spaziosi e si passeggia volentieri, infatti è mia intenzione fare un’altra visita con la mia famiglia per vedere i padiglioni che non abbiamo potuto visitare in questa occasione.
La biodiversità
  


lunedì 25 maggio 2015

MANI PULITE

Gli appalti, la corruzione, le tangenti e Mani Pulite
 
L'espressione Mani pulite designa una serie di inchieste giudiziarie degli anni novanta del XX secolo in Italia, caratterizzata da una serie di indagini giudiziarie condotte a livello nazionale nei confronti di esponenti della politica, dell'economia e delle istituzioni italiane. Le indagini portarono alla luce un sistema di corruzione, concussione e finanziamento illecito ai partiti ai livelli più alti del mondo politico e finanziario italiano.
Le inchieste furono inizialmente condotte da un pool della Procura della Repubblica di Milano (formato dai magistrati Antonio Di Pietro, Piercamillo Davigo, Francesco Greco, Gherardo Colombo, Tiziana Parenti, Ilda Boccassini e guidato dal procuratore capo Francesco Saverio Borrelli e dal suo vice Gerardo D'Ambrosio) e allargate a tutto il territorio nazionale, diedero vita ad una grande indignazione dell'opinione pubblica e di fatto rivoluzionarono la scena politica italiana. 
 Gherardo Colombo
Partiti storici come la Democrazia Cristiana, il Partito Socialista Italiano, il PSDI, il PLI sparirono o furono fortemente ridimensionati, tanto da far parlare di un passaggio ad una Seconda Repubblica.
Il periodo storico per riferirsi a tali avvenimenti viene anche detto Tangentopoli. Furono coinvolti ministri, deputati, senatori, imprenditori, perfino ex presidenti del Consiglio.

Come comincia Tangentopoli
La storia di Mario Chiesa 

Mario Chiesa, il "mariuolo isolato"

« Tutto era cominciato un mattino d'inverno, il 17 febbraio 1992, quando, con un mandato d'arresto, una vettura dal lampeggiante azzurro si era fermata al Pio Albergo Trivulzio e prelevava il presidente, l'ingegner Mario Chiesa, esponente del Partito Socialista Italiano con l'ambizione di diventare sindaco di Milano. Lo pescano mentre ha appena intascato una bustarella di sette milioni, la metà del pattuito, dal proprietario di una piccola azienda di pulizie che, come altri fornitori, deve versare il suo obolo, il 10 per cento dell'appalto che in quel caso ammontava a 140 milioni. »
(Enzo Biagi, Era ieri)
Tangentopoli cominciò il 17 febbraio 1992. Il pubblico ministero Antonio Di Pietro chiese  un ordine di cattura per l'ingegner Mario Chiesa, presidente del Pio Albergo Trivulzio e membro di primo piano del PSI milanese.
Antonio Di Pietro, il magistrato più famoso di Mani pulite (2008)

Chiesa era stato colto in flagrante mentre intascava una tangente dall'imprenditore monzese Luca Magni che, stanco di pagare, aveva chiesto aiuto alle forze dell'ordine. Magni, d'accordo coi carabinieri e con Di Pietro, fece ingresso alle 17:30 nell'ufficio di Mario Chiesa, portando con sé 7 milioni di lire, corrispondenti alla metà di una tangente richiestagli da quest'ultimo; l'appalto ottenuto dall'azienda di Magni era infatti di 140 milioni e Chiesa aveva preteso per sé il 10%, quindi una tangente da 14 milioni. Magni aveva un microfono e una telecamera nascosti e, appena Chiesa ripose i soldi in un cassetto della scrivania, dicendosi disponibile a "rateizzare" la transazione, nella stanza irruppero i militari, che notificarono l'arresto. Chiesa, a quel punto, afferrò il frutto di un'altra tangente, stavolta di 37 milioni, e si rifugiò nel bagno attiguo, dove tentò invano di liberarsi del maltolto buttando le banconote nel water. La notizia fece scalpore e finì sulle prime pagine dei quotidiani e venne ripresa dai telegiornali. 

Il leader socialista Bettino Craxi. allora impegnato nella campagna elettorale per le elezioni politiche di primavera, con l'obiettivo di ritornare alla presidenza del Consiglio, in un'intervista  negò l'esistenza della corruzione a livello nazionale, definendo Mario Chiesa un mariuolo isolato, una "scheggia impazzita" dell'altrimenti integro Partito Socialista, che "in cinquant'anni di amministrazione comunale a Milano non aveva mai avuto un solo politico condannato per reati gravi connessi alla pubblica amministrazione", proclamandosi egli stesso vittima di tale circostanza.
Rinchiuso nel carcere di San Vittore, Chiesa in un primo momento non confessò. Il PM Di Pietro che, nelle indagini sull'ingegnere aveva scoperto e messo sotto sequestro due conti svizzeri, "Levissima" e "Fiuggi", chiamò al telefono l'avvocato di Chiesa, Nerio Diodà, e gli disse:


« Avvocato, riferisca al suo cliente che l'acqua minerale è finita.»
Così, sotto interrogatorio, Chiesa rivelò che il sistema delle tangenti era molto più esteso rispetto a quanto affermato da Craxi. Secondo le sue dichiarazioni, la tangente era diventata una sorta di "tassa", richiesta nella stragrande maggioranza degli appalti. A beneficiare del sistema erano stati politici e partiti di ogni colore, specialmente quelli al governo come appunto la DC e il PSI. Chiesa fece anche i nomi delle persone coinvolte.

PAROLE DA SAPERE: appalto, tangente e concussione

VIDEO

domenica 24 maggio 2015

GIOVANNI FALCONE E PAOLO BORSELLINO

Giovanni Falcone e Paolo Borsellino

La strage di Capaci fu un attentato messo in atto da Cosa Nostra in Italia, il 23 maggio 1992, sull'autostrada A29, nei pressi dello svincolo di Capaci nel territorio comunale di Isola delle Femmine, a pochi chilometri da Palermo.
Nell'attentato persero la vita il magistrato antimafia Giovanni Falcone, sua moglie Francesca Morvillo e tre agenti della scorta, Vito Schifani, Rocco Dicillo, Antonio Montinaro.
 



19 luglio 1992
 La strage di via D'Amelio fu un attentato di stampo terroristico-mafioso avvenuto in Italia il 19 luglio 1992, in via Mariano d'Amelio a Palermo, nel quale persero la vita il magistrato italiano Paolo Borsellino e i cinque agenti di scorta Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina.

COME DUE FIGLI. Antonino Caponnetto racconta. 

Il racconto di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino nel pool antimafia di Palermo attraverso la testimonianza commovente del capo del pool antonino caponnetto. L'amicizia, l'affetto e il rispetto verso due magistrati coraggiosi, due servitori dello stato. Il tradimento e lo smembramento del pool su decisione del consiglio superiore della magistratura. Le stragi ordite dallo stato ed eseguite dalla mafia. le ansie, i sospetti e le delusioni di un gruppo di uomini unici che tra mille difficoltà riuscirono in parte a decapitare la cupola mafiosa ma distrutti da poteri ancor più forti della mafia stessa: lo stato italiano.

Mafia

Organizzazione criminosa clandestina che, nata in Sicilia nel secolo XIX sotto il governo borbonico, diffondendosi poi in tutta la nazione (e, con gli emigrati, spec. negli Stati Uniti d'America, ma anche altrove, p.e. in Francia), esercita il controllo su certe attività economiche e su traffici illeciti (p.e. appalti, stupefacenti), condiziona la libertà dei cittadini e il regolare andamento delle funzioni pubbliche; è retta dalla legge dell'omertà e del silenzio e si serve di metodi di intimidazione e di repressione violenta e spietata: il potere della m.; anche con riferimento ad altre organizzazioni criminose: m. cinese 

Il sistema  camorra descritto da Roberto Saviano  

I cento passi

Peppino Impastato
Giuseppe Impastato, meglio noto come Peppino (Cinisi, 5 gennaio 1948 – Cinisi, 9 maggio 1978), è stato un giornalista, attivista e poeta italiano, noto per le sue denunce contro le attività di cosa nostra a seguito delle quali fu assassinato, vittima di un attentato il 9 maggio 1978.

La mamma di Peppino Impastato

Peppino Impastato: la sua voce alla radio Out 

Onda Pazza, Radio Out

Onda Pazza . Radio Aut . La voce di Peppino. "Registrazione Originale"

Il monologo di Peppino Impastato

Peppino Impastato è morto
Nasce a Cinisi il 5 gennaio 1948 da Felicia Bartolotta e Luigi Impastato. Viene assassinato il 9 maggio 1978, qualche giorno prima delle elezioni e qualche giorno dopo l'esposizione di una documentata mostra fotografica sulla devastazione del territorio operata da speculatori e gruppi mafiosi: il suo corpo è dilaniato da una carica di tritolo posta sui binari della linea ferrata Palermo-Trapani. Le indagini sono, in un primo tempo orientate sull'ipotesi di un attentato terroristico consumato dallo stesso Impastato, o, in subordine, di un suicidio "eclatante". Il caso giudiziario è stato chiuso e riaperto per ben tre volte, sino ad arrivare all'attuale processo, ancora in corso, nei confronti del boss di Cinisi Gaetano Badalamenti e del suo complice Vito Palazzolo, accusati di essere i mandanti del delitto.

I cento passi - scena finale 

la mafia uccide solo d'estate scena finale 

Pif alle Invasioni barbariche

 

LEZIONE CONCERTO

Tutte le classi sono invitate a partecipare 

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Nell'Auditorium della scuola

venerdì 29 maggio 2015
I turno: ore 11
II turno: ore 12

LEZIONE CONCERTO

prof. Gianfranco Messina: violino
prof.ssa Ilaria Perna: viola e violoncello

Programma

CLICCARE SUI TITOLI



P. I. Caikovskij, dal balletto "Il lago dei cigni"




... e sorprese...
 

LETTURE PER L'ESTATE

I consigli della Libreria dei ragazzi


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lunedì 18 maggio 2015

GLI ERRORI PIU' COMUNI

Sono otto
Il sito Libreriamo ha condotto un’indagine per capire quali sono gli errori tipici che maestri e professori si trovano più spesso a correggere.

L’apostrofo viene sbagliato dal 71% degli scriventi e dire che i casi in cui deve essere utilizzato sono piuttosto semplici: 1 – fra articoli determinativi e parole che iniziano con vocale (l’albero, l’edera), 2 – fra articoli indeterminativi e parole femminili (un’amica), 3 – nei casi di troncamento (po’).

Il congiuntivo vede “inciampare” il 69% degli scriventi. Basta ascoltare le interviste televisive a politici e calciatori o anche le notizie lette da qualche mezzobusto per accorgersi che questo modo risulta sconosciuto ai più.

Qual è fa cascare due italiani su tre, precisamente il 65%. È un caso di ipercorrettismo, cioè gli italiani pensano che ci voglia l’apostrofo ma si tratta di un eccezione.

Purtroppo è proprio così fa cascare la metà degli italiani (52%) che scrivono “pultroppo” e “propio”.
La D eufonica mette in crisi il 48% degli scriventi. Ma la regola è abbastanza semplice “ed” e “ad” si usano quando la parola che segue inizia con la stessa vocale (regole ed eccezioni, andiamo ad Amalfi).

Entusiasta è un problema per il 45% delle persone. Al singolare si usa la stessa parola per maschile e femminile, mentre al plurale si usa entusiasti ed entusiaste.

La punteggiatura fa cadere il 42% degli italiani. Punti, virgole, due punti vengono usati casualmente e non rispettando ritmo, sintassi e logica della frase.

Gli e le fanno cascare anche i migliori, specialmente nel parlato. A sbagliare è il 38% degli italiani. Il pronome “gli” si usa con i maschi e le con le femmine.